Nel complesso scenario che sta interessando l’economia italiana e la politica economica, scenario in cui recessione e riduzione della spesa pubblica sono due forze che si auto-alimentano e si rafforzano a vicenda, c’è una voce che non frena. Si tratta dell’esternalizzazione dei servizi, un processo che crisi e “austerità” tendono anzi ad accelerare, e che alimenta un mercato sempre più importante. Nelle sue forme più avanzate, esternalizzazione significa Facility Management, cioè gestione integrata e coordinata degli spazi, dei servizi e delle infrastrutture, mentre nelle forme più semplici si traduce nel tradizionale appalto di servizi. I numeri sono chiari: secondo l’Osservatorio Nazionale per il Facility Management, tra 2007 e 2012, il numero di bandi pubblici classificabili in questa categoria è aumentato del 22% circa, mentre gli importi a base d’asta sono aumentati del 56%, passando da meno di 24 miliardi del 2007 a quasi 37 del 2012. Nello stesso periodo il mercato della sola esecuzione di lavori pubblici registra tassi di calo del 50% in termini di opportunità e del 49% in termini di ammontare in gara, passando dai 15,6 miliardi del 2007 a meno di 8 miliardi del 2012.
La domanda pubblica cambia quindi struttura: da domanda di lavori a domanda di servizi. Dagli appalti di sola esecuzione a quelli di progettazione, costruzione, gestione e manutenzione integrata. Nello stesso tempo – ma più lentamente e faticosamente – iniziano a evolversi, anche dal lato dell’offerta, le modalità di svolgimento di questi servizi: dalla fornitura tramite aziende specializzate che si occupano di singoli lavori o servizi, alle società di Partenariato Pubblico Privato e a quelle di Facility Management, che svolgono in modo integrato tutti i servizi legati a un determinato spazio o infrastruttura. Queste nuove forme di gestione dei servizi si affiancano sul mercato alle società tradizionali che operano nel campo dei servizi.
Dinamiche e caratteristiche del mercato pubblico dei servizi FM in Italia
Mentre la crisi colpisce l’economia italiana, e gli appalti di opere pubbliche tradizionali, quelli della sola esecuzione, passano dai 15,6 miliardi di Euro del 2007 a meno di 8 del 2012, gli appalti di Facility Management vivono un vero e proprio boom. Un boom piuttosto trascurato, di cui si sa poco; certo è che nel 2007 venivano messi a gara servizi di FM per circa 24 miliardi di euro e nel 2012, con un percorso di continua crescita, si è saliti a 37 miliardi. Un mercato che cresce nei cinque anni della Grande Recessione del 56%, mentre gli appalti di sola esecuzione di opere pubbliche diminuiscono del 49%.
Nella maggior parte dei casi si tratta di bandi monoservizio (73% degli importi nell’intero periodo 2007-20\12; 69% nel solo anno 2012). Il mercato appare quindi ancora piuttosto “immaturo”: i bandi monoservizio tendono, infatti, ad essere quelli legati a forme di gestione più tradizionali. E’ pur vero che anche affidamenti monoservizio possono prevedere una gestione integrata (si pensi ad esempio ai global service legati all’energia), ma in termini generali si può dire che sono i bandi multiservizio quelli che tendono a presentare un maggiore grado d’innovazione e integrazione. Sia i bandi monoservizio che quelli multiservizio mostrano un chiaro trend di crescita nel periodo analizzato; la proporzione tra mono e multiservizio è rimasta più o meno stabile, sia per quanto riguarda gli importi messi a gara sia il numero di bandi pubblicati. Affidamenti mono e multiservizio sono cresciuti, sulla spinta delle normative che sempre di più impongono l’esternalizzazione dei servizi locali tramite gara pubblica, e dei sempre più stringenti vincoli di bilancio.
Passando ad analizzare la composizione dei bandi rilevati dall’Osservatorio Nazionale del FM nel periodo 2007-2012, si nota come la maggior parte degli importi provenga da bandi di servizi
MONOSERVIZIO 73%
MULTISERVIZIO 27%
(59,4%), mentre il restante 40,6% proviene da bandi di lavori. A loro volta gli importi riconducibili a bandi di lavori sono per la maggior parte operazioni di Partenariato Pubblico-Privato (PPP, 61,7% degli importi), ma anche le altre operazioni di costruzione, manutenzione e gestione, affidate mediante contratti di appalto “tradizionali” e finanziate interamente con risorse pubbliche, hanno un peso rilevante (38,3% degli importi). Se si prende in esame il solo anno 2012 si osserva un maggiore peso dei servizi, arrivati ad assorbire il 63% degli importi del mercato FM, a scapito dei bandi per lavori (37%), all’interno del quale si presenta accresciuto il peso del Partenariato Pubblico-Privato (63% contro meno del 62% nell’intero periodo).
Fonte: Elaborazioni CRESME